Terremoto: i quartieri a rischio di Roma per il terreno che amplifica l’onda sismica

Roma è una città a basso rischio sismico ma perchè risente dei terremoti che si verificano nelle vicinanze?

“Roma è costruita su terreni soffici che tendono ad amplificare l’onda sismica.

Questi terreni derivano da depositi alluvionali del Tevere, da depositi piroclastici ovvero derivanti da polveri vulcaniche. Provenienti da tutta l’area Nord e dei laghi dove incidono caldere di vecchi vulcani che sono stati molto attivi in epoche geologiche antiche“.

Spiega il geologo Gian Vito Graziano.  

Ma quali zone sono più suscettibili ai terremoti? 

L’area Nord-Est di Roma la più vulnerabile. Per il sisma del 1997, localizzato nell’area di Perugia, fu proprio la zona Nord-Est della Capitale a risentirne.

Nel 1703, a causa di un sisma registrato nei Colli Albani crollarono tre archi del Colosseo. Nel terremoto del 1812 crollò la facciata esterna della Basilica di San Paolo per un sisma generato sempre nell’area appenninica centrale”.

Antonio Colombi, geologo della Protezione Civile, autore della mappa sismica della Regione Lazio.

A Roma è più a rischio il centro storico rispetto a Ostia, perché ci sono edifici storici con case arroccate e vicine, con vicoli stretti.

Pericolosità più alta al Tuscolano, Tiburtino e Nomentano, mentre le zona del mare da Terracina all’Argentario sono asismiche. Nella classifica del rischio Roma è medio-bassa rispetto ad Amatrice che è alta”.

lI centro storico di Roma è più a rischio perché ci sono edifici storici con case arroccate e vicine con vicoli stretti. Cercando di individuare differenze tra quartieri però non si può generalizzare tra le colline come i Parioli, Monteverde e Monte Mario, si può solo dire che dove ci sono spazi aperti, c’è meno rischio“.

Quindi ogni zona ha un grado di sismicità in base agli studi effettuati sui geologi.

 

La Redazione:
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